Critica
I dipinti di Silvana Brunotti sono pura poesia, capaci di dare emozioni vere allo spettatore che rimane come sospeso tra sogno e realtà.
I paesaggi della sua città, come L’isola Tiberina, Il Foro romano, San Pietro, con i loro contrasti azzurri, gialli e rossi, sono vivi e tragici, nostalgici e attuali. Perché Silvana Brunotti, è sì artista contemporanea, ma anche umilmente distante da certe correnti artistiche come lei stessa spiega senza giri di parole: «Non esprimo un giudizio sull’arte contemporanea perché in alcuni casi non la capisco.»
Lei è sempre andata per la sua strada; un percorso costellato di premi e riconoscimenti ad alti livelli maturati dopo anni di fatica passati al cavalletto e frutto di un serio apprendimento: «In un certo senso, sono stata fortunata perché ho studiato in un periodo in cui nel Liceo Artistico di via Ripetta insegnavano professori come Guttuso, Gentilini e Montanarini, che sono diventati grandi artisti moderni. Mi chiedi quali maestri del passato siano i miei preferiti: Michelangelo, Caravaggio, Leonardo, Botticelli; come scegliere fra tanti grandissimi? Davvero non si può.»
L’artista romana, quasi ottant’anni, è donna senza tempo così come lo è l’Arte. Gallerie e Musei si arricchiranno ancora di nuove opere. «Anche se» spiega con un velo di tristezza «attualmente non posso prendere impegni perché da qualche mese, per motivi di salute, non ho più dipinto o fatto mostre, ma spero di riprendere presto.» Non possiamo che augurarci di ammirare ancora altri quadri che ci riportino la sensibilità dell’animo e la potenza espressiva delle pennellate e della spatola. Un connubio che viene da lontano: «Ho sempre avuto una grande ammirazione per l’impressionismo; Van Gogh è il mio preferito e la sua pittura ha influenzato un po’ la mia.»
Quello dell’artista romana è un cromatismo spesso violento, specie nelle nature morte, luminoso e decadente dove emergono oggetti semplici, fiori che hanno ceduto la bellezza in altri tempi, ma che ancora incantano e che l’artista riesce a farci amare. Personaggi come La zingara, con la posa fiera di una Regina con sullo sfondo i simboli classici della capitale. Silvana Brunotti è anche questa, capace di esprimere atmosfere talvolta cupe; dipinti dove traspare la vita e la morte, in composizioni di riflessi e trasparenze, ma dove trova sempre un suo spazio la luce, simbolo di speranza che fa rivivere i paesaggi dimenticati, gli oggetti antichi, i fiori umili e appassiti, quasi a volerci ricordare che la bellezza sta attorno a noi, nel quotidiano, e attende solo di essere scoperta
L’indubbia originalità pittorica di Silvana Brunotti evidenzia un personalissimo stile ed una creatività emozionante degna del suo tempo di artista contemporanea.
La pittura della Brunotti è poesia; le opere riescono a dare emozioni ed a parlare; ciò che la Brunotti dipinge è frutto di ricerche e di filosofia, le sue opere si muovono ed offrono arte.
Pittrice sensibile che segue la corrente dell’Impressionismo moderno; usa generalmente la spatola che rende la sua opera più incisiva e forte.
Nella pittura della Brunotti luce e colore si fondono tra fantasia e realtà, la poesia che ritroviamo in ogni sua opera ci dà la misura della sua arte.
Figurativismo e senso cromatico, espressi dall’appropriazione del reale attraverso la sovrapposizione materica dei colori nella tela, sono gli elementi propri della pittura della Brunotti.
L’esperienza tecnica del liceo artistico viene usata come mezzo d’indagine del mondo esterno il quale viene analizzato attentamente attraverso la cura del particolare che vive nella sovrapposizione di strati di colore e partecipa alla formazione dell’immagine, oggetto di studio.
La tavolozza cromatica, alquanto ricca di colori, viene usata sia per determinare l’oggetto che per dare al quadro un senso di equilibrio, un’atmosfera singolare: come in un caleidoscopio la luce viene scomposta a tratti in riflessi di colore, particelle che dagli oggetti, dai corpi vanno a diffondersi nello spazio ed a collegarsi a tutto ciò che è intorno alla loro origine: case, fiori, monumenti.
Brunotti Silvana, artista che completa se stessa attraverso la visione e la reinterpretazione cromatica della realtà. Per niente monotematica, nelle sue opere vive la dimensione secondaria della percezione, quasi volesse essere un universo alternativo al nostro, un universo dove è possibile immortalare le emozioni negli oggetti, un universo dal quale gli stessi oggetti possono parlare e mostrarsi sotto una luce diversa, più mistica, più aurea, più pura, che li esalta e li estrapola dall’effimero quotidiano.
Ed ecco che opere come “Roma i tetti”, “Tramonto Romano” “La colonna Traiana” e tutti gli altri lavori diventano testimoni diretti della voce dell’arte che è intrinseca in tutto ciò che ci circonda ma che raramente i nostri occhi super impegnati riescono a vedere ed a scoprire.
Ed ecco che tonalità di ocra superiori, verdi antichi, tramonti e cieli purpurei nei quali convivono luci ed ombre, notti e giorni, riflettono un paesaggio piacevolmente e volutamente diverso proprio per ridestare l’attenzione dell’osservatore che si perde nell’oblio banale della quotidianità.
Il messaggio che riusciamo a cogliere è quello di guardare dentro le cose, sempre, ed anche con occhi diversi, per capirle e riscoprirle da altri punti di vista.